È cambiato il sistema della comunicazione. La televisione verso un nuovo mondo audiovisivo. Politica e classe dirigente...
Marco Mele
Marco Mele nasce nel 1954, lo stesso anno della televisione. Non è un predestinato, ma, almeno, ha potuto vedersi la tv dei ragazzi e Carosello da piccolo. E poi i grandi sceneggiati della Rai, dal Mulino del Po alla Freccia Nera e al Segno del comando. Comincia a fare il giornalista prima ancora di prendere la maturità, al quotidiano Momento Sera, in via due Macelli, con la tipografia al piombo al piano inferiore, alla quale i pezzi arrivavano spediti per posta interna dal piano superiore. Momento Sera veniva dallo scoop del 1969: “E' stato un ex ballerino di Canzonissima” con la foto di Valpreda dopo la strage di Piazza Fontana. Scoop?.Poi vengono anni interessanti, Momento Sera chiude, e si passa al Quotidiano dei Lavoratori, di Avanguardia Operaia, scrivendo per le pagine culturali. Gli anni passano, un' assunzione non arriva, e chiuso il Quotidiano, dopo qualche tempo, grazie ad un amico nella Uil, Beppe Casucci, insieme a Fabio Bo, comincia a collaborare per il settimanale Mondo Economico scrivendo di cinema e televisione. Piano piano ci si avvicina al Sole 24 Ore, per il quale Marco Mele scriverà dagli inizi degli anno 80, con l'avvento del Pc in redazione, a assunto solo nel 1991, fino al 2017, quando viene prepensionato non volontariamente. Un grazie al Comitato di redazione di allora del Sole che ha contribuito in modo determinante a mandare a casa giornalisti che, escluso chi scrive, avevano portato il Sole a livelli di qualità e di vendite senza precedenti negli anni 80 e 90. Marco Mele seguiva il sistema televisivo e degli altri media, l'economia del cinema e della fiction, il diritto d'autore, l'editoria, le nuove tecnologia, con l'avvento di Internet, che ha progressivamente inglobato gli altri media. Il tutto sia dal punto di vista politico e legislativo (leggi Mammì, Maccanico e Gasparri) che da quello economico e finanziario. Ha provato ad insegnare nelle Università, senza troppa “fortuna”. Ha scritto tre libri: Le televisioni del futuro con Mauro Miccio, Il grande cambiamento, intervista a Antonio Maccanico e Un posto al sole.il Libro.
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